1. ABSTRACT
Con la sempre più costante presenza del virus SARS-COV-2 nelle nostre vite, siamo stati spettatori di grandi mutamenti avvenuti nella società e negli individui; così, se le società si chiudono, si blindano, coprono i volti e allontanano le persone le une dalle altre, i singoli cittadini fanno i conti con ripercussioni ben più gravi a livello fisico e mentale: la chiusura in casa, l’isolamento sociale, la paura di un nemico invisibile, hanno favorito l’insorgenza e l’ aumento di disturbi come insonnia, ansia e depressione che influenzano negativamente le giornate di molti individui.
Col presente studio, implementato tramite un questionario autovalutativo, si è riscontrato che la maggioranza dei partecipanti riferisce un peggioramento dello stato d’animo dovuto alla situazione di reclusione e incertezza derivanti dalla presenza nelle loro vite del virus SARS-COV-2; riferiscono un significativo aumento delle proprie preoccupazioni, associate ad un elevato livello di disagio che si ripercuote somaticamente soprattutto sulla qualità del sonno. Più tranquilli risultano essere i minori, nonostante la maggioranza abbia
cambiato le proprie abitudini.
2. INTRODUZIONE
Analizziamo nello specifico quali sono le caratteristiche dei disturbi su citati, in particolare vedremo insonnia e ansia. Si definisce insonnia una condizione d’insoddisfazione relativa alla quantità e alla qualità del sonno, caratterizzata da una difficoltà nell’iniziare il sonno, o una difficoltà a mantenerlo. Come riporta il più recente manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5, manuale Diagnostico e Statistico per i Disturbi Mentali – quinta edizione, 2014) i disturbi del sonno si dividono in diversi disturbi, tra cui possiamo annoverare il disturbo da insonnia, il disturbo da ipersonnolenza, la narcolessia, i disturbi del sonno correlati alla respirazione, i disturbi dell’arousal del sonno REM, la sindrome da gambe senza riposo e il disturbo del sonno indotto da sostanze/farmaci. Spesso questo disturbo ha delle ripercussioni che si estendono ben oltre il periodo del sonno, interessando significativamente il periodo di veglia.
L’insonnia può essere situazionale, persistente o ricorrente. L’insonnia situazionale dura da pochi giorni a poche settimane ed è per lo più legata a eventi di vita stressanti, ma anche a cambiamenti repentini delle abitudini e/o dell’ambiente. Solitamente in questi casi una volta scomparso o risoltosi il fattore precipitante, anche l’insonnia svanisce.
Tuttavia può capitare che, nonostante non vi siano più le condizioni precipitanti iniziali, il disturbo persista; in molti di questi casi la tipologia del sonno può variare da notte a notte passando da molte notti in cui la qualità del sonno e la quantità di ore dormite sono scarse, a una o due notti di sonno riposante. Resta comunque il fatto che la percezione soggettiva sia spesso quella di un riposo non soddisfacente, cui spesso si associano credenze disfunzionali relative al sonno che facilitano il reiterarsi del disturbo. Tali preoccupazioni, se persistenti, possono trasformarsi in rimuginio e si cercano perciò delle soluzioni fai date a questo problema che però nella maggior parte dei casi non sono d’aiuto. Oltre alle preoccupazioni relative alla propria insonnia che attivano e alimentano l’ansia facilitando la creazione di un circolo vizioso che altro non fa che continuare ad alimentare il disturbo.
Com’è stato già dimostrato, l’associazione fra l’insonnia e i disturbi d’ansia è clinicamente e scientificamente nota (Taylor et al., 2005). Il legame fra questi due disturbi è sancito anche dal su citato DSM-5 che annovera, tra i criteri diagnostici del disturbo d’ansia generalizzata (GAD), la presenza di “alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o sonno inquieto e insoddisfacente)”. Le persone con questo tipo di disturbo, infatti, oltre che soffrire di difficoltà di addormentamento, tendono anche a svegliarsi spesso durante la
notte, riducendo la qualità del proprio sonno e alimentando l’ansia e la paura di non riuscire più a dormire bene. In questo modo, l’ansia si inserisce all’interno di un circolo vizioso cruciale per l’insonnia che alimenta il cronicizzarsi del disturbo stesso. La relazione fra insonnia e disturbi d’ansia è influenzata anche dall’eventuale presenza di comorbilità (coesistenza di due o più disturbi) con il disturbo depressivo maggiore. La severità dell’insonnia, in questi casi, è aumentata. Questo è un dato molto rilevante in quanto oltre la metà delle persone con diagnosi di depressione maggiore soffre anche di un disturbo d’ansia. L’ansia può interferire col sonno anche in presenza di disturbo da panico. Coloro che ne soffrono possono, infatti, sperimentare risvegli notturni provocati da episodi angoscianti di panico. Questo li può portare a sviluppare una forma di ansia anticipatoria che si presenta prima di andare a dormire e che, attraverso il circolo vizioso dell’insonnia, può portare a difficoltà di addormentamento e all’aumento dell’ansia stessa.
Inoltre l’associazione fra insonnia e depressione è molto forte in tutte le fasce d’età, bambini e adolescenti compresi. I bambini che soffrono di insonnia e presentano anche sintomi depressivi, hanno molte più probabilità di sviluppare una forma grave e duratura di depressione, spesso associata con significative perdite di peso e difficoltà nel provare piacere (anedonìa). Nel 2006 la National Sleep Foundation ha documentato la forte associazione negli adolescenti fra un umore
basso e la presenza di insonnia, riportando che il 73% di coloro che dichiaravano un basso tono dell’umore, riferiva di non dormire a sufficienza.
3. METODO
L’esperimento è stato implementato, tramite questionario anonimo autovalutativo su pc, sulla piattaforma on line di Google Moduli, un’applicazione per la creazione di sondaggi inclusa nella suite per ufficio di Google drive, il quale include tutte le funzionalità di collaborazione e condivisione presenti in documenti, fogli e presentazioni; che consente di registrare direttamente le risposte dei
partecipanti al test e di avere in tempo reale, le analisi e i grafici per le singole domande.
Il questionario presentato ai soggetti era composto da 23 domande strutturate (risposta multipla, risposta dicotomica e risposta su scala di valori) suddivise in tre moduli: informazioni generali del partecipante, domande riguardanti l’adulto che compila il questionario, domande riguardanti eventuali minori presenti nel nucleo familiare. Le domande obbligatorie riguardavano i primi due moduli.
I partecipanti, 114 persone (55 donne e 59 uomini) di età compresa tra 18 e 60 anni (M=31-45 anni, 52,6%), residenti in più zone d’Italia, di nazionalità sia italiana che straniera, accedevano al questionario tramite link inviatogli.
Una prima nota introduttiva li informava circa lo scopo del test, la privacy e la totale libertà di abbandonare il questionario in qualsiasi momento lo desiderassero.
4. RISULTATI
Dall’analisi delle risposte si evince che:
– La maggior parte dei soggetti sono chiusi in casa da circa 40 giorni (45,6%);
– La maggior parte esce solo per necessità (77,2%);
– Una minima maggioranza sostiene che il proprio stato d’animo è peggiorato
rispetto ad un mese prima (51,8%) grafico in appendice A;
– La maggioranza riferisce che le proprie preoccupazioni sono aumentate sempre
rispetto ad un mese prima (52,6%) grafico in appendice B;
– La media dei soggetti riferisce un aumento del proprio livello di disagio, con
valori, da 1 a 10 , compresi tra il valore 5 e 7, con una distribuzione a
campana. grafico in appendice C;
– I soggetti hanno riferito una variazione sia nel proprio sonno (36%), sia
minimamente nel proprio appetito (7,9%) sia in entrambi (26,3%) grafico in appendice D.
Dall’ analisi delle risposte su minori, date da coloro che avevano minori in casa, si evince che:
– Solo il 36,7% di loro si mostrava più agitato del solito. Grafico in appendice E;
– Il 75% dei minori ha cambiato le proprie abitudini durante questo periodo.
Grafico in appendice F;
– Solo delle piccole minoranze avevano subito variazioni nel sonno (18,3%) e nell’appetito (18,3%) grafico in appendice G , in particolare viene riferito che i ragazzi mangiano di più, vanno a letto molto più tardi e si alzano sempre più tardi.
5. CONCLUSIONI
Da quanto emerso dai risultati del questionario autovalutativo, si può concludere che la maggioranza dei partecipanti riferisce un peggioramento dello stato d’animo dovuto alla situazione di reclusione ed incertezza derivanti dalla presenza nelle loro vite del virus SARS-COV-2; riferiscono un significativo aumento delle proprie preoccupazioni, associate ad un elevato livello di disagio che si ripercuote somaticamente soprattutto sulla qualità del sonno. Più tranquilli risultano essere i minori, nonostante la maggioranza abbia cambiato le proprie abitudini.